Pillole di conoscenza
Principio attivo contro gli stati di disinformazione acuta, i disturbi legati al pregiudizio,
all’omofobia e alle discriminazioni basate sull’identità sessuale.
Siamo anche su
Prima l’American Psychiatric Association (1973) e poi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (1990), hanno definito l’orientamento omosessuale una variante naturale dell’affettività umana. Tuttavia permangono, nella popolazione italiana, un accentuato stigma sociale e un radicato atteggiamento omofobico.
Anche noi di GeCO (Genitori E figli Contro l’Omotransfobia) siamo convinti che sia l’omofobia l’aspetto su cui occorra intervenire.
Vogliamo pertanto proporre un’iniziativa divulgativa semplice e immediata, a sua volta inserita in un’attività associativa di maggior respiro,
che faccia leva su informazioni di base per decostruire stereotipi e pregiudizi e contrastare, di conseguenza, discriminazione ed esclusione
sociale delle persone LGBTI.
Per questo abbiamo voluto immaginare un rimedio, un integratore di conoscenze: la Deomofobina, con l’immancabile bugiardino e le
schede informative, in grado di eliminare, come riportano le indicazioni, “gli stati di disinformazione acuta e i disturbi legati al pregiudizio”0
Deomofobina
è un progetto educativo basato sul principio attivo della conoscenza
Abbiamo pensato per la sua diffusione il mondo della scuola per il contrasto al bullismo omotransfobico, i contesti sanitari per diffondere
informazioni accurate attraverso i medici di base e i farmacisti a contatto quotidiano con un pubblico di ogni età ed estrazione sociale e
via via tutti gli altri contesti in cui possa risultare efficace un’azione divulgativa in grado di stimolare curiosità e riflessione su queste
tematiche.
L’iniziativa mira a sollecitare una riflessione sui pregiudizi ed in generale sui condizionamenti sociali e culturali che ne impediscono il superamento, tutto in chiave divulgativa, con un linguaggio di uso comune, accessibile ai “non addetti ai lavori”, diretto dunque a un pubblico
eterogeneo: genitori con figli adolescenti, insegnanti, educatori, formatori, medici, psicologi e al mondo del lavoro dove gli atteggiamenti
discriminatori risultano ancora oggi molto marcati e fonte di sofferenza.
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